Attenzione alle ini-micizie particolari. Ecco il vero problema.
L'incubo delle amicizie particolari e la tentazione della filantropia telescopica
Nel nostro cammino di formazione verso il sacerdozio, troppo spesso, ci siamo sentiti dire: «Bisogna amare tutti in modo uguale». Questo, alla fine, si concretizza nel non amare nessuno. Charles Péguy scriveva: «Poiché non sono dell'uomo, credono di essere di Dio. Poiché non amano nessuno, credono di amare Dio».Come dargli torto. Quante volte ci siamo nascosti dietro a grandi parole per paura di amare? Amare è pericoloso, lo ricorda Lewis in quello splendido libro: I quattro amori.
«Amare significa, in ogni caso, essere vulnerabili. Qualunque sia la cosa che vi è cara, il vostro cuore prima o poi avrà a soffrire per causa sua, e magari anche a spezzarsi. Se volete avere la certezza che esso rimanga intatto, non donatelo a nessuno, nemmeno a un animale. Proteggetelo avvolgendolo con cura in passatempi e piccoli lussi; evitate ogni tipo di coinvolgimento; chiudetelo con il lucchetto nello scrigno, o nella bara, del vostro egoismo. Ma in quello scrigno - al sicuro, nel buio, immobile, sotto vuoto - esso cambierà: non si spezzerà, diventerà infrangibile, impenetrabile, irredimibile. L'alternativa al rischio di una tragedia è la dannazione. L'unico posto, oltre al cielo, dove potrete stare perfettamente al sicuro da tutti i pericoli e i turbamenti dell'amore è l'inferno».
C. S. Lewis, I quattro amori. Affetto, amicizia, eros, carità.
Aprirsi all'amore è molto pericoloso. Ci sono buone probabilità di rimanere feriti. L'ultima cena descrive bene il rischio che si corre ad amare. Per questo Gesù è morto: perché ha amato. Per chi, come noi, non ha avuto una formazione affettiva può essere molto doloroso. Ma non aprirsi all'amore è ancor più pericoloso: è un rischio mortale.