È significativo che Gesù, durante il suo ministero pubblico, non fosse mai contrariato per la presenza delle moltitudini che lo seguivano, anzi, il suo atteggiamento è stato sempre caratterizzato da una grande bontà e da sincera premura. Anche nell’incontro con la folla Gesù fece esperienza dell’ambiguità del cuore umano[1], tuttavia, non si stancherà mai di proporre il suo messaggio di vita [2] nella radicalità dell’amore. Leggendo, ad esempio, Mc 6,30-34, possiamo scoprire come Gesù riuscisse ad armonizzare i tempi di preghiera, di solitudine e di riposo, ad altri momenti – anche improvvisi – di “evangelizzazione” e di formazione. Non solo. Una lettura attenta scorge una grande carità pastorale nel cuore delle azioni di Gesù, che si traduce in comprensione, compassione e benevolenza. Questo atteggiamento di vicinanza rivela una grande libertà che si traduce nella scelta di restare in mezzo al popolo, frequentando tutti (leader religiosi, poveri, peccatori pubblici). Il Maestro va oltre la fama, il successo e coglie le occasioni di incontro con la folla per condurli dal Padre, per annunciare alle genti il Regno di Dio.
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